SALVATORE RIZZUTI
EVENTI

Caltabellotta Città Presepe

26 e 30 dicembre 2011 e 5-6-7 gennaio 2012, Caltabellotta

26 Dicembre 2011
17:00a22:00
30 Dicembre 2011
17:00a22:00
5 Gennaio 2012
17:00a22:00
6 Gennaio 2012
17:00a22:00
7 Gennaio 2012
17:00a22:00

In occasione della XVIII rappresentazione di “Caltabellotta Città Presepe” che si terrà nei giorni 26 e 30 dicembre 2011 e 5-6-7 gennaio 2012 dalle ore 17.00 alle 22.00, saranno esposte nella grotta della Natività le opere “Annunciazione“, “Grande Madre” e “Minotauro“, di Salvatore Rizzuti.

“La Terra è, nel linguaggio archetipico, una Grande Madre potente e nei suoi aspetti oscuri terrifica. Dà alla luce, nutre, alimenta, ma a volte trattiene, inghiotte, divora.
Caltabellotta, paese arcaico ed evocativo, possiede tutte le suggestioni atte ad eviscerare le lotte titaniche che ogni Eroe deve affrontare durante il proprio percorso di individuazione. La leggenda di un terribile Drago che ne abitava i più profondi recessi e che poi venne sconfitto dal Vescovo Santo Pellegrino, ne è un esempio luminoso.
Luoghi siffatti echeggiano di queste vicende che rimandano e attivano il vissuto di ognuno; e in particolare in questo periodo dell’anno, quello in cui l’Ombra si allunga fino a diventare talmente cupa da inghiottire o, al contrario, generare la Luce.
Una ricorrenza antica come l’Umanità, quella del Solstizio d’Inverno, verrà celebrata quest’anno con una straordinaria valenza simbolica: gli antri oscuri della Grande Madre saranno illuminati dalla luce di mille fiammelle, che nel loro barbaglio consentiranno la visione rara e misteriosa del Minotauro, figlio innocente di una delle tante manifestazioni della Dea, che giacerà dormiente, inerme e indifeso, in un percorso ctonio, accompagnato, sostenuto, evocato, dall’immagine della Grande Madre arcaica e da quella, forse più mite, di un’Annunciazione contemporanea.
Il Presepe di Caltabellotta integrerà così mito e sacralità, mistero e ricerca, tempo e tempio; e le opere di Salvatore Rizzuti vibreranno nelle viscere della sua Terra natia.”

Daniela Thomas